Dennis: “Durante una 100km si ha tempo di pensare a tante cose, di vivere crisi incredibili che sembrano muri invalicabili che ti fanno pensare “ma cosa ci faccio io qua. Chi me lo ha fatto fare” la prima volta che L’ho fatta ricordo che a un certo punto al 65km ho chiesto al mio amico Giorgio (Dell’orto) che mi accompagnava “fammi qualche domanda devo capire se sono ancora presente”. Anche questo è il Passatore.”
SE SONO PRESENTE
Chi affronta la 100 km del Passatore, dev’essere più o meno cosciente di quello che lo aspetta, è certamente capace di fare con relativa “facilità” la distanza regina la “MARATONA” che per molti è il sogno di una vita, ma a loro non basta.
“Non hai mai creduto in me
Ma dovrai cambiare idea
La vita è come la marea
Ti porta in secca o in alto mare” 1su1000
Vero è che non corrono contro nessuno, e che non hanno rivali, ma sfidano solo sé stessi e gli altri corridori partecipanti sono solo compagni di viaggio, anche loro a “combattere” una battaglia personale, hanno bisogno di spingersi più in là, hanno bisogno di “vedere” cosa c’è dopo i fatidici 42,195 metri, infatti questa distanza si tocca mentre si sale verso il Passo della Colla e quello che per molti è un’agognato e importantissimo punto di arrivo, ora non è neanche metà viaggio, c’è davanti tantissima strada, ancora mezza salita, e più di mezza gara.
Si sta parlando della 100km del Passatore Firenze-Faenza. Sicuramente la competizione sulla distanza più famosa al mondo, il Passatore ogni anno richiama tantissimi “matti” quest’anno oltre 2.500.
Ma come si corrono 100km? Cercando in rete trovo numerosi banalissimi consigli, com’è tipico in italia (chi sa fa, chi non sa spiega agli altri come fare):
Partite piano (pensavo di farla al 4!?) programmando intervalli di camminata.
Bevete molto (considerando che correrò per 10/15 ore… amico, berrei comunque!)
Affrontate la salita principale il passo Colla allargando le curve per ridurre la pendenza (non so, il dislivello comunque è quello…)
Affidatevi al respiro e non forzate il passo prendetevela comoda e godetevi l’esperienza.
Correte con un marsupio per una mantellina e cibo leggero (per oggi niente trippa… peccato)
Evitate zaini pesanti (certo di solito uno corre con lo zainone…)
E’ una corsa di resistenza: dovete correre sereni non importa se “lenti”.
Di notte usate una lampada frontale e una maglia a manica lunga, per poter camminare senza sentire troppo freddo (essendo a tratti in montagna e di notte, in mezzo al verde…)
Fatevi seguire in bici o in macchina da parenti o amici è una festa più che una corsa: rendete partecipi i vostri cari di questa impresa!
Divertitevi assaporando una gara che davvero per atmosfera e paesaggi ha pochi eguali.
Ecco in tutta questa collana di “perle di saggezza” io scelgo come punto luce da appendere al collo: “rendete partecipi i vostri cari di questa impresa” perché credo sia giusto e doveroso avere vicino chi ti vuole bene, perché è davvero un’impresa epica, e come tale va vissuta con serenità e chi ti vuole bene ha come obiettivo SEMPRE di vederti serena e di farti stare bene.
Spero che la Rita, la Tere e Roby abbiano seguito ben altri consigli, piu tecnici, perché tutto questo è veramente scarno e banale.
Se poi considero che l’ultramaratoneta è sicuramente un “innamorato” della corsa lenta, e che più corre e più si rilassa, capisco meglio perché viene la voglia di buttarsi in questa avventura.
Perché a me rimane una gran domanda nella testa: PERCHÉ? ma so già che come i più grandi quesiti, anche questo rimarrà senza risposta!
“fammi qualche domanda devo capire se sono ancora presente”. Cit Dennis
“L’intelligenza sta, nel cercare con estrema cura
possibili compagni d’avventura, e poter parlare (…) con autoironia
non mentire mai
L’intelligenza sta, nell’essere prudenti (…)
sul rischio di cadere
Troppo facile avere la lucidità di quelli
che non sanno camminare” MaxGazzè