Il cerchio
3 marzo 2019
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Mi piacerebbe saper parlare di ognuno di noi con la stessa attenzione e delicatezza, con la precisione chirurgica di chi sa quale è il suo mestiere e sa utilizzare i suoi strumenti con maestria. Ma non è il mio mestiere, e che strumento ho se non una tastiera e un’idea in testa che mi fa credere che ancora oggi leggere queste poche righe, può servire a qualcuno. Può spingere fuori dalle tane, può farti amare le tue debolezze perché in qualche modo ti indicano la strada per migliorarti.

Quello che vorrei è un passato diverso, con più partecipazione… mi sarebbe piaciuto cioè, da quando corro, sapere di ogni tapasciata, di ogni raduno di ogni preparazione e ogni gara, e aver avuto modo di farla. Ma non sempre si è nel posto giusto al momento giusto… o col gruppo giusto. Ricordo le prime gare di società, maratone in giro per l’Italia, foto di gruppo degli uomini in divisa, atleti sorridenti, goliardici adulti in gita di classe, poi qualcosa si è rotto e i pezzi non si sono più riuniti. Dalla cenere è rinato un nuovo gruppo con un vigore tutto suo, poi un altro, poi si mischiano le carte e come tra le mani di un mago esperto, ne esce un altro ancora. In divenire. E come denuncia l’antica regola: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non è cambiato: compagnia, corsa, divertimento, condivisione.

Ho imparato le mie strade i miei percorsi accanto a persone che non ci sono più, che si sono perse in ginocchia consumate, in esclusive ed escludenti illusioni di maratone dai tempi favolosi, o in pigrizie rallentanti e disarmante. Ho desiderato di andare a tapasciare come se fosse divertimento puro, quando ancora per me la corsa era solo fatica, solo paura di rimanere indietro. Solo fatica. Mi sono rimaste loro: le strade, i percorsi, i giri, e guai a chi me li tocca! sono cambiate alcune persone, le motivazioni, il ritmo.

Ora capisco appieno la preziosità di certi momenti e capisco il perché di tante situazioni. Ho vissuto anch’io la convivenza con persone che sono state solo gente con cui correre, e persone con (e per) le quali invece scaleresti le montagne anche con le caviglie legate. È naturale che si scelgano lungo la strada i compagni più adatti per starci accanto, ciò però non esclude la possibilità che ci sia, nel mucchio, a caso, qualcuno che forse fa per te, ha il tuo passo, la tua voglia di correre, e semplicemente non lo hai incontrato prima.

A me è successo. Ed è stato sorprendente…

ci sono cose che non tornano, occasioni che non si ripresentano, e che bisogna cercare in ogni momento di vivere al TOP quello che il destino ci serve sul piatto di portata, godendone il sapore e gustandone il profumo, non necessariamente al lato della strada, ma al  centro, a testa alta, e senza vergogna non lasciare sfuggire neppure un attimo… ma per fortuna certe situazioni si ripresentano, trasformate, e ti fanno tornare a sentire i profumi di un tempo, le emozioni, la gioia, la voglia.

Sono arrivate nuove scarpette a calpestare i miei percorsi di corsa e hanno portato un’aria di primavera, hanno con sé l’adrenalina e l’inquietudine degli adolescenti, danno la giusta tensione dell’elastico, che lega ma non frena, hanno riportato in me e non solo, la voglia di correre”

Lascia aperte le porte, lascia aperta la mente, col coraggio ogni volta di rimetterti in gioco, da vero atleta. Domani o domenica punta la sveglia presto e cavalca l’onda di una corsa in compagnia. Allarga il tuo cerchio.