È già da un po’ che corro, e difficilmente lo faccio in solitudine e in silenzio, trovo sempre qualcuno che risponde e condivide con me un pezzetto della sua esperienza, così ne ho sentite davvero tante di storie, ne ho ascoltate tante di voci.
Tendenzialmente le donne parlano degli uomini, dei propri, e dei figli, e del fatto che ritagliarsi un’oretta per correre è sempre più difficile e sembra essere un po’ come nuotare controcorrente nel Villoresi: pericoloso e proibito. Poi i figli sono, dalle loro descrizioni, a giorni alterni, o la peggior razza di individui fatti di disobbedienza e menefreghismo o i migliori angeli che si possano avere accanto sulla terra, autonomi intelligentissimi bellissimi… I mariti sono egoisti superficiali e pigri, per poi trasformarsi, a giorni alterni, in esseri meravigliosi… Direi disturbo bipolare nell’interpretazione della realtà.
Mentre gli uomini quando corrono… parlano, si, ininterrottamente, ma non di noi… vivono in uno stato di trans e tornano ad essere single e senza figli, tornano adolescenti nel corpo di adulti, macinano chilometri incuranti della pioggia del freddo delle salite e delle discese, delle scarpe infangate… si rincorrono, si nascondono, si fanno gli scherzi, parlano dei loro hobby, dello sport, della politica. Dei bambinoni su gambe pelose e muscolose da runner. Direi sindrome di Peter Pan.
In primavera escono dalle loro tane i nuovi runner, arrivano, nuove scarpette a calpestare i nostri percorsi di corsa e portano un’aria di primavera, un vento leggero di novità, nonostante il termometro segna ancora inverno.
Ma la cosa più bella, è sentire i loro racconti sui motivi che hanno spinto tutti questi runner a cominciare a correre: per le donne quasi sempre la voglia di rimettersi in forma, dopo anni di trascuratezza, i pancioni delle gravidanze che ci hanno attraversate negli anni hanno lasciato un’impronta indelebile sui nostri corpi, e ad un certo punto arriva il momento di cancellarla, perché bisogna volersi bene, perché ci vuole un angolo per sé! per gli uomini, per la maggior parte di loro, è stata la compagnia, la goliardia e, anche se non lo ammetteranno mai, lo spuntare della pancetta ha avuto il suo peso… insomma quando non ti vedi più la punta delle scarpe rischi di mettere i calzini spaiati! E non si fa!
Poi c’è il motivo vero che ti spinge ad iniziare a correre, superare momenti di difficoltà, separazioni, lutti, solitudini, incomprensioni, insoddisfazioni; in tutto questo la corsa si colloca all’orizzonte offrendo una via di fuga, una chiacchierata, una scappatoia, una possibilità di rivalsa, un campo ancora tutto inesplorato dove mettersi alla prova, e dimostrare a sé stessi, di avere un valore dato dall’impegno, di essere in grado di affrontare con grinta la sfida, di poter vincere i piccoli traguardi, la corsa è rinascita. Ora ci troviamo tutti e tutte molto più in forma di qualche anno fa… più allegri, più consapevoli, più abbronzati, più felici, sempre più stanchi, qualche vescica ai piedi, qualche ruga in più, ma felici.