Non chiamatela MEZZA
La vita mette in pausa e ricomincia, poi di nuovo pausa, poi riparte. La ripartenza è sempre più dura sempre più difficile, anche per il peso che si ha addosso delle pause fatte. “Chi si ferma è perduto”, il gruppo prosegue va avanti per la sua strada, è per questo che si dice così, ma tra i runner esiste un accordo non scritto che tutti hanno sottoscritto: non si lascia indietro nessuno, perché da soli è davvero difficile trovare la forza, il motivo, lo spunto; ora capita a te una crisi, io vado, magari fra qualche km tocca a me… una voce, un supporto, una spinta, aiutano, un sorriso non costa niente, anche se non conosci il mio nome e io non conosco il tuo, non serve. Non serve a nulla, non serve il nome stampato sul pettorale o sulla canotta, non serve avere diecimila contatti sul cel, in quel momento serve solo l’empatia del tuo vicino di corsa, o la tua simpatia nel rispondere a una voce, serve l’euforia di chi ha sempre fatto fatica ma in questo momento ne ha nelle gambe, e quindi si sente di poter aiutare te, che invece sei al fondo del barile; serve l’altro, la persona, la presenza, tu non hai fatto altro che metterti a disposizione degli eventi nudo e crudo solo con la preparazione che hai, con tutte le tue fragilità e con tanta buona volontà.
Allora succede, ed è successo a me, che un ultramaratoneta negli ultimi due km di una mia mezza, vedendomi cedere, mi proponesse di prendermi in braccio… in braccio assolutamente mai, ma spronata, sospinta, distratta dalla sua leggerezza, ho finito la gara. Poi nelle due chiacchiere per conoscersi, scopro che fa il Passatore… ogni anno. Le mezze per lui sono un allenamento settimanale, quasi quotidiano. Mi sembra impossibile, supponente, ma è così invece in altre circostanze, sono un obiettivo anche un po’ difficile, ma di quelli che ti rendono orgoglioso, di quelli che si possono affrontare. Come mi preparo a una mezza? Intanto non chiamarla Mezza. È una 21km, mezza è sminuente, la 21 è rispettosamente più del doppio della 10km… e se la 10 ti fa sudare, ti fa mancare il fiato, la 21 lo farà di più. Non metterti in pausa in estate, ma riparti con un obiettivo preciso e ben definito: una data, un impegno. Pianifica l’estate con uscite programmate per non farti prendere dalla pigrizia. Non fermarti mai. Trova un compagno, o due, o tre, per uscire agganciati anche col caldo, l’unione fa la forza.
Sfrutta la mattina, sconvolgimenti gli orari della routine che ti sei creato… correre alle 6 del mattino ti darà energia e voglia di fare. Poi calcola a ritroso dalla data della gara le settimane ed esegui i compiti… i compiti delle vacanze. In autunno ci sono tante occasioni a disposizione… non sprecare la tua.