Finalmente è arrivata la primavera e, incredibile ma vero, si moltiplicano i corridori tra le viucole ed i sentieri della nostra zona, a dimostrare che a macinare chilometri ci si diverte! A dimostrazione ulteriore che è bello vivere la natura vista da vicino con la fatica e la gioia del ‘sentirsi bene’, che è differente dallo ‘sentirsi a posto’… se corri e lo fai perché è bello farlo, perché ti fa stare bene, allora tutto quadra, anche la stanchezza si sopporta perché la fatica ha come stampella la soddisfazione ad aiutare nel cammino; invece la differenza la senti, la vedi negli sguardi dei corridori che incontri, se stanno solo “eseguendo un compito”, si trascinano, arrancano, guardano l’orologio, rimarcando continuamente i km fatti… la media tenuta… compito eseguito!… ma lezione non imparata, cari scolaretti!!!
Il piacere per la corsa è una scelta quotidiana. È una scelta non un dovere, un piacere che si rinnova ogni volta che decidi di partire e ogni volta che ritorni. È sentire e seguire le sensazioni, non ulteriori obblighi e doveri. Per qualcuno di noi la primavera vuol dire finalmente non bisticciare più con k-way e scaldacolli, con ghiaccio in strada e aria fredda che ti si infila ovunque, vuol dire poter ripartire, rinascere. Vuol dire finalmente uscire presto la mattina e avere già la strada illuminata dal sole.
La primavera è il momento iniziale della storia d’amore fra te e il benessere, fra te e il running, fatto di mille momenti di forte entusiasmo e tensione ideale. L’innamoramento. La primavera è la giusta cornice geo/temporale per tentare la maratona, regina di tutte le gare: un esame a iscrizione sempre aperta, anche per corridori decisamente ripetenti, che hanno rimandato per anni questo loro ‘sogno’ per chissà quale motivo, nascosti dietro chissà quale scusa, chissà quale paura, chissà quanta pigrizia. E passano le primavere. Poi c’è il NEOrunner che ha appena iniziato a correre e SUBITO vuole mettersi alla prova con la ‘madre di tutte le fatiche’, famelico di nuove emozioni, senza ben sapere a cosa andrà incontro. Ma con la certezza che con la giusta motivazione e tanta buona volontà, si arriva dappertutto.
C’è a volte un sapore amaro a condire questo ricco piatto, la famosa motivazione a volte è un riflesso di quello che si è vissuto e quando le menti si sporcano di commiserazione: “se fanno loro le maratone, la possono fare tutti”, non c’è la spinta giusta, parole che non hanno motivo se non quello di farsi coraggio, quando manca la terra sotto ai piedi ci si aggrappa un po’ dappertutto, col rischio di tirar giù qualcuno. Ma il coraggio viene dal cuore, per chi c’è l’ha. Non da parole vuote. Auguro a tutti i runner di vivere questa esperienza col giusto spirito, col coraggio, col cuore, con le gambe, col sorriso, per una e altre cento volte ancora, e chilometro dopo chilometro arrivare lontano.
E trovare sui 42 chilometri di asfalto esattamente quello che cercano e meritano: il traguardo.
«Primavera non bussa, lei entra sicura,
come il fumo lei penetra in ogni fessura,
ha le labbra di carne, i capelli di grano,
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano »
(Fabrizio De André)