Luciana ci parla cosi della Tapasciata organizzata dall’Avis ad Abbiategrasso
E la 21 non fa più paura
Ieri ho fatto la mia prima vera mezza maratona, partecipando all’8° edizione di Salamellando con l’Avis.
Salamelle, Avis e corsa tutto insieme? Questa è roba per me.
Sveglia all’alba per fare colazione, riordinare i pensieri, tirare giù dal letto il mio fan club e via verso Abbiategrasso.
Arriviamo e c’è un sacco di gente. Evidentemente la salamella del pacco gara è un buon incentivo.
Ci sono 4 percorsi: 6, 12, 16 e 21 km.
Scelgo la mezza.
Tempo di salutare il mio fan club che va a fare una meritata colazione e parto.
Il mio primo approccio alla gara è da serial killer: individuare i culoni e sorpassarli.
Li vedo in lontananza, li inseguo e come un cecchino li supero uno dopo l’altro.
Dopo i primi 2 o 3 km però le cose si fanno serie.
Finiti i culoni devo trovare un’altra strategia.
Cerco il mio leprotto. Ho bisogno di un riferimento, di qualcuno che abbia più o meno la mia stessa andatura e che mi aiuti a tenere il ritmo.
Vedo una ragazza che mi sembra fin troppo veloce ma è l’unica e cerco di starle dietro finchè posso.
Ad ogni km va sempre meglio, ritmo regolare, gambe che non perdono un colpo.
Sono talmente concentrata che non mi guardo neanche intorno, persa nelle campagne del Ticino. Non guardo nemmeno l’orologio per vedere la velocità o la distanza. Do giusto un’occhiata ai cartelli ogni tanto. Il mio obiettivo sono solo i piedi della ragazza che inseguo come fossi una stalker.
Senza quasi rendermene conto arrivo all’ultimo ristoro. Ormai mancano meno di 3 km. Il muro dei 18 è abbattuto.
L’adrenalina è a mille. Continuo imperterrita a correre senza paura, senza fatica.
Vedo l’arrivo. Mi lancio in uno sprint finale con un sorriso che mai avrei pensato di avere dopo 21 km.
Le mani alzate, una in segno di vittoria, l’altra con il dito medio ad indicare che la 21 non fa più paura.
Ce l’ho fatta. Cazzo se ce l’ho fatta.
A settembre dello scorso anno, quando ho iniziato questa folle avventura chiamata corsa, mi sembrava una roba quasi impossibile.
Ma è proprio quel quasi che mi ha dato la forza e la costanza di arrivare fino qui.
Prossimo obiettivo? Mezza sul Lago Maggiore del 5 Marzo.
E chissà magari entro fine anno farne una all’estero