Sua maestà STELVIO
9 luglio 2017
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Pronti a sfidare sua maestà lo Stelvio in bicicletta o a piedi? La Re Stelvio Mapei 2017 è un classico, essendo giunta alla sua 33^ edizione.

Noi Atletica Cesano Maderno schieriamo alla partenza podisti laMarta, laTere, laRita, ilRoby, e ilGuerra. E abbiamo anche un “ciclista” ilSilvio, poliedrico eclettico folle.


Una prova lunga e davvero dura sia per il corpo che per la mente. Una corsa di 21 Km, ma con un dislivello dai 1225 m di Bormio ai 2758 del Passo dello Stelvio. Un lungo serpentone di runner e ciclisti snodato lungo l’asfalto del passo più duro della Valtellina. Chilometri e chilometri di atleti in coda uno dietro all’altro, ognuno con i suoi pensieri, con le sue motivazioni, con un’unica arma a disposizione: la forza di volontà,   immersi nella propria sofferenza, nel silenzio di una valle verde e ferma. Davanti solo una strada in salita, una strada che non sembra finire mai. Ci sono tanti atleti e tante personalità diverse: c’è chi ti dà una spinta, chi ti guarda con la speranza di un cenno, chi guarda in alto sapendo che ogni passo è un passo in meno, C’è che stringe i denti e tiene, chi cammina, chi si arrende. Di quale magico gruppo vuoi far parte?

Per tutti conta solo una cosa, arrivare. Un traguardo per sé stessi che si scopre solo dopo l’ultima curva. Dopo l’ultimo metro. “Io ci sarò, io non mollo, questa è la mia occasione il grande ritorno”

 

Tanta sofferenza: prima, durante e dopo la gara.

Chiedendo in giro a chi già l’ha fatta, dicono che provare quella salita anche in macchina un po’ di ansia la mette addosso, più per il fatto di non aver mai corso per 21 Km tutti in salita che per la durezza della gara. Gioca molto la differenza di temperatura perché in cima al passo è molto differente dai milleseicento metri più sotto.

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Per domenica 9.7.17 le previsioni non danno sole, anzi proprio una giornata di m… ma i runner’s sono molto fiduciosi. Lo sono sempre. Altrimenti non si imbarcherebbero in certe imprese, fiducia nel meteo, fiducia nelle proprie gambe e fiducia negli amici che ti accompagnano in certe imprese.

Il bello di questa manifestazione è la mescolanza di sport. I primi a partire sono i runners che per un po’ avranno la strada tutta per loro.

Ore 8.50: Mezza Maratona
Ore 9.00: Podistica aperta a tutti (cavolo potevo farla pure io!!! A saperlo!)
Ore 9.15: Gara ciclistica Re Stelvio – Mapei XXXIII edizione categorie femminili.

Ore 9.30: categorie maschili

 

I primi chilometri sono di salita lieve, giusti per rompere il fiato senza troppa fatica. Bisogna mettersi in testa degli obiettivi semplici:

1- passo tranquillo senza tenersi e senza spingere, tanti, partono troppo forte;

2- rimanere quasi sempre nel mezzo della carreggiata cercando di tagliare le curve il più possibile, tutti metri in meno;

3- è una gara per chi conosce la montagna ed è anche più allenato in salita, quindi non strafare rincorrendo le biondine tutto pepe.

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Si sale piano piano con la pendenza che varia spesso, ma sempre tra il 7% e il 14%. Ci sono i cartelli dei quaranta tornanti totali che fortunatamente si vedono diminuire curva dopo curva. I gironi dell’inferno di Dante a confronto sono una passeggiata.

Chi sale bene lo fa come su una scala piano piano, metro dopo metro… come le grimagliera.

Ad un tratto piccole gallerie in roccia, per la maggior parte buie, fredde e umide, la fatica comincia a farsi sentire, soprattutto nel tratto con la pendenza del 14%, uno strappetto di due tornanti, ma sufficiente a segare le gambe. Questa gara sia dal basso che dall’alto ha una vista mozzafiato… c’è da stringere i denti e le piccole crisi passano subito.

Altra caratteristica della gara è avere il count-down dei chilometri (come nel ciclismo) invece che il progressivo (come nella corsa). Dopotutto la manifestazione nasce come corsa ciclicstica. In effetti negli ultimi chilometri psicologicamente fa la differenza.

Lo strappo finale degli ultimi chilometri supera abbondantemente il 10%. In alcuni tratti si fatica quasi a correre, ma fermarsi sarebbe l’errore più grosso. La mente spazia cercando concentrazione, motivazione, coraggio. L’aria fresca di montagna aiuta. E il poco ossigeno aiuta ancora di più… a farti sragionare. A cento metri dal traguardo è ancora tutta salita… non finisce mai ma ne è valsa la pena. Una corsa dura ma non impossibile. Forse più di testa che di gambe. Ma se non hai quelle, la testa non le può certo sostituire. E’ stata una nuova sfida. Mettiamo il baffo anche qua con DAVERIO e GUERRINO, con TERE e RITA, con MARTA, con SILVIO. Ognuno col suo meritato risultato.

Grandi tutti!

Testo parzialmente ispirato da ricerca su siti di settore