The day after
1 ottobre 2018
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Il giorno dopo la festa, la gara, la tempesta, ora si tirano le somme, si contano le vittime, si leccano le ferite.

Si sono sedimentate in fondo allo stomaco tutta l’adrenalina e l’agitazione del pre gara, e ora si può guardare indietro e rivalutare tutto, con un po’ più di distacco e di obiettività.

Metto in primo piano il mio punto di vista, per una volta, perché c’ero, ci sono da un po’ e posso questa volta rielaborare quello che i miei occhi hanno visto e quello che le mie orecchie hanno sentito.

Un po’ di ESTROSPEZIONE (guardare attorno a noi)

Intanto partiamo dal presupposto che non è da tutti mettere su sto “circo“, sto “ambaradan” di cose da fare, di dettagli a cui pensare, di contatti da tenere e gestire. Di società con cui correre è pieno il mondo, ma di gruppi con un calendario di eventi tra “fare servizio”, andare a correre, iscriversi e “partecipare”, ed eventi da organizzare, settore master, memorial, settore giovanile… non ce ne sono molte e non è da tutti! Quindi un grande applauso anzi una “standing ovation” a chi ci mette la faccia, ci mette il suo tempo, si dedica a questa società. Un grazie al presidente. Un grazie ai volontari NOI che sotto la guida di alcuni dedicano alcune ore della loro domenica a “servire” gli altri, per una volta mettendo da parte la gara.

Poi: un po’ di INTROSPEZIONE

Solo l’idiozia non cambia mai idea.

Solo l’ignoranza impedisce il miglioramento.

Exrasistole societarie, che per passione e per la volontà che tutto riesca, a volte ti fanno esagerare. Ma è solo un attimo. Poi microfono alla mano si chiede a tutti di comunicare cosa si può migliorare. Un consiglio.

Metto in primo piano il mio punto di vista, e dico che quello che si può cambiare verrà alla luce col tempo. Come i nodi al pettine, lungo lo scorrere del capello, così con lo scorrere del tempo sapremo cosa e come fare.

Un po’ di NORMALITÀ

La gara è piaciuta. Tanto. Metto di nuovo in primo piano il mio punto di vista: mi sono scelta una postazione di osservazione e un ruolo privilegiato. Ho incontrato gli atleti nell’immediato pre e nell’immediato post gara, ho avuto modo di sentire la loro agitazione del pre e il sudore stanco del post, ho avuto il tempo di sfoggiare un sorriso e lasciare che scambiassero due parole con me. Perché ormai nessuno più ci correva dietro: ragazzi la gara è piaciuta. È piaciuta l’accoglienza. È piaciuta l’efficienza. Il percorso. Il parco. L’umiltà del cercare un consiglio: “fatemi sapere se qualcosa si può migliorare”.
“Il perdono non cambia il passato. Ma amplia il futuro”